giovedì 26 febbraio 2015

"Quel che vorrei..." Davide Calì, Agnese Baruzzi

Finalmente torno, dopo una lunghissima assenza, non voluta, non cercata, ma obbligata.
Riprendendo il mio percorso di studi universitario, iniziando il biennio specialistico in illustrazione, ricominciano le corse, le settimane cariche di impegni e la vita da pendolare, che risucchiano tutto il tempo alle passioni, quelle che portiamo avanti con impegno e a cui ci dedichiamo anche per rilassarci.

Leggo sempre e ovunque, quello almeno si, in digitale (sembra che l'ebook mi stia chiamando di nuovo a se), in cartaceo (sempre e comunque, in maniera esponenziale) e usufruendo della magnifica Biblioteca Salaborsa, sempre fonte infinita di spunti e piccoli "tesori" mai visti prima.

Non volendovi propinare recensioni buttate lì, fatte tanto per dare continuità al blog, ma poco sentite o ragionate, ho preferito aspettare. Perché tanto prima o poi, il momento giusto sarebbe arrivato. Ho preferito aspettare uno di quei titoli che mi emozionano, visivamente e interiormente, per condividerlo con voi. E ne ho trovati vari, proprio in Salaborsa, dei quali vi parlerò pian piano prossimamente.

Oggi vorrei mostrarvi un albo un po' particolare, sia perché non si trova molto facilmente in libreria o online, sia per l'aspetto (è molle, non cartonato e presenta testo e illustrazioni davvero originali). Sto parlando di Quel che vorrei... di Davide Calì, illustrato da una talentuosissima Agnese Baruzzi, edito da Einaudi Ragazzi nella collana "Tanti bambini", nel 2007.




Questo albo è un invito a lasciarsi andare, viaggiare con la fantasia senza porsi limiti, fino a superare le tante regole e imposizioni della realtà. 

Mai limitarsi, avere sempre grandi desideri, anche se possono sembrare strani e davvero irrealizzabili. 

E quelli che vengono presentati sono proprio i tipici sogni dell'infanzia, incredibili, assurdi; di quando si spera con tutto il cuore che accada qualcosa di straordinario, un qualcosa che provochi divertimento, ma soprattutto sovvertimento, delle regole e del reale (a volte assai barbosi).







Si tratta di un vero e proprio elenco/catalogo di tutti i desideri possibili e immaginabili, che un bambino vorrebbe veder realizzati. 
Gli episodi narrati toccano l'assurdo e spesso un grottesco, quasi trash, con una modalità tipica dell'infanzia, che punta all'esagerazione.


" mangiare almeno una volta nella ciotola del cane "
" scoprire di cosa sanno i ragni "
Alcune scene sono semplicemente geniali, non possono non strappare un sorriso e farci tornare per un attimo piccoli. Perché tutti noi avremmo voluto:


" misurare quanti metri d'inchiostro ci sono nella mia penna "
" scendere in fondo al mare per ritrovare tutti i sandali che ho perso d'estate "
" avere un vestito fatto unendo le cartine dei cioccolatini "

Desideri atipici che ci ricordano la voglia di avventura dei bambini, di esplorare, scoprire, sperimentare, ma soprattutto il non temere "lo strano", "il diverso", anzi cercarlo! Quella che ci viene presentata è un'infanzia attiva, allegra e spensierata, scherzosa, che sa ancora divertirsi "astrando", ma è come prima cosa, un'infanzia libera, con meno pressioni e imposizione adulte. E forse anche più vera.

Il libro è caratterizzato da un gusto vintage. Immagini che sembrano prese da manuali di buone maniere, da vecchi libretti melensi per bambini, da cartoline di auguri. Una fotografia del passato che si mischia a colori accesi, pattern (che a volte possono ricordare le vecchie carte da parati), immagini contemporanee, creando contrasto e spaesamento nel lettore, lo stesso sovvertimento del reale dato dal testo. La tecnica del collage è perfetta proprio per mischiare immagini di un'infanzia passata, con immagini digitali, animali rappresentati quasi con uno stile incisorio, da illustrazione scientifica. 
Si formano immagini surreali, che provocano cortocircuiti visivi, creando così infinite possibilità narrative, che superano le parole che le accompagnano. Immagini piene, ricche di oggetti, simboli, anche per questo cariche di storie.







Uno stile particolare, ma che non teme di non essere compreso, anzi, vuole stimolare il più possibile l'immaginazione. Cosa direbbero alcuni adulti di fronte ad un libro così "complesso"?

Il finale poi, non sarebbe potuto essere più adatto:

" Vorrei avere...
...avere un doppio che facesse i compiti al posto mio...mentre io faccio tutte queste cose "



(E anche io vorrei tutte queste cose, nonostante i miei 24 anni.)