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lunedì 1 settembre 2014

Aprire gli occhi: "Sulle tracce di orsi e elefanti" Benjamin Chaud @ Hamelin Associazione Culturale

Oggi voglio aggiungere un capitolo alla mia "avventura" soprannominata Aprire gli occhi. In realtà si tratta di un capitolo passato già da un bel po' di tempo, ma che quando l'ho vissuto non avevo ancora questo blog, e la mostra e l'illustratore in questione sono troppo degni di nota da rimanere semplicemente un mio piacevole ricordo e una cartella di immagini nel pc.


La mostra in questione è "Sulle tracce di orsi ed elefanti", personale di Benjamin Chaud, tenutasi nella sede di Hamelin Associazione Culturale (Via Zamboni, 15 Bologna), dal 27 marzo al 24 aprile, in occasione della Children's Book Fair 2014.

Benjamin Chaud è un giovane illustratore molto prolifico e presente sulla scena contemporanea. Diventato famoso in Francia con il personaggio di Pomelo, dolce e simpatico elefantino rosa dalla proboscide spropositata e dalle espressioni spassose (per saperne di più trovate qui sul mio blog la recensione di una delle avventure di questo personaggio).












Cura nelle ambientazioni, nella scelta cromatica, nella composizione.
La varietà della mimica di Pomelo.
In Italia è conosciuto soprattutto per:

Una canzone da orsi, pubblicato nel 2013 ed edito da Franco Cosimo Panini, vincitore del Premio Andersen 2014 come Miglio Libro 0/6 anni, con questa motivazione:
"Per un albo che combina perfettamente la tensione narrativa e l’invito al gioco e alla scoperta. 
Per una piccola storia dai molti echi, dolce e incantevole ma aperta all’avventura e alla scoperta di sé.
Per le magnifiche tavole ariose e invitanti, ricche di mille particolari da scoprire."
Una storia tenera e simpatica, che ha come protagonisti Orsetto e Papà Orso, che si cercano, si inseguono, attraversando le più svariate ambientazioni, vivendo mirabolanti avventure. I protagonisti, nonostante siano animali, incarnano perfettamente una situazione che potrebbe capitare a qualsiasi padre e figlio, rendendo facile la personificazione per il lettore. Un albo che obbliga ad aguzzare la vista perché caratterizzato da tavole ricchissime di particolari, nelle quali perdersi, scoprendo tante storie e tanti personaggi secondari.

Non ho fatto i compiti perché..., con testi di Davide Calì, 2013, pubblicato da Rizzoli. Anche questo libro simpaticissimo e coinvolgente, che presenta le svariate scuse che un bambino utilizza per giustificarsi dal non aver fatto i compiti. Scuse originali, incredibili, anzi poco credibili, al limite della realtà, assolutamente fuori dal comune.







In realtà già altri suoi albi erano usciti nel nostro paese, ma senza ottenere particolare attenzione, come La principessa della pioggia e Lavarsi che impresa!, editi entrambi da Zoolibri, oppure due atlanti, uno sugli animali e uno sul corpo umano, primo approccio per i bimbi più piccoli, editi da La Nuova Frontiera.

La mostra toccava tutti i suoi personaggi più famosi, quindi Pomelo, Orsetto e Papà Orso, bambini, conigli di pezza...ma permetteva di vedere anche molti schizzi preparatori, studi, studi di personaggi, disegni fatti appositamente per la sua tappa a Bologna.












Come sempre la possibilità di vedere gli originali, potendo scrutare errori, scoprendo il gusto della tecnica usata, e soprattutto scoprire il "dietro le quinte" di illustrazioni, libri, è qualcosa di impagabile.



Notare l'espressione del cagnetto!

Ma anche del coniglio! Troppo buffi.


"Adieu Chaussette"
"Tout nu"

Lo stile dell'autore è preciso, dettagliato, sia dal punto di vista dei particolari degli oggetti, delle ambientazioni, dell'abbigliamento, sia per quanto riguarda le espressioni dei personaggi, le pose, i movimenti. Nelle sue immagini, in particolare in quelle caotiche e affollate, troviamo l'umanità intera, con tutte le sue possibilità e varianti. Come protagonisti invece predilige bambini e piccoli esseri, che si immergono in questo brulichio, proprio come fanno i bambini lettori, mostrando il loro punto di vista, e sottolineando quanto possano filosofeggiare, pensare a "cose da grandi", porsi quesiti esistenziali, nonostante la loro piccolezza. Esempio perfetto di ciò è lo stesso Pomelo.








Fili conduttori dei suoi lavori sono l'avventura, l'ironia e l'allegria, la varietà, l'attenzione per il dettaglio, la cura dei personaggi e la scelta di piccoli "grandi" protagonisti.



Un grande disegno, creato e studiato per l'allestimento della mostra,
ricco di citazioni, sia di propri personaggi, che di icone famose.
Qui possiamo vedere, per esempio, un Moomin,
ma anche il "suo" Papà Orso.

Tenete d'occhio questo illustratore e se vi capita una sua mostra, non lasciatevela scappare!


















mercoledì 16 luglio 2014

Aprire gli occhi: "Quasi storie" @ Cotignola

Oggi inauguro una nuova sezione del blog, "Aprire gli occhi", che nei mesi raccoglierà le mostre, i festival, le conferenze, alle quali parteciperò, legate ai libri, all'illustrazione, ai fumetti, e chi più ne ha più ne metta. Tutti eventi che secondo me sono degni di nota e che voglio condividere con voi per permettervi di conoscere meglio realtà poco note o autori che ho saputo apprezzare.

Parto parlandovi di una bellissima mostra che in realtà ho visitato già da un po', che è terminata anche da qualche tempo, ma che ho molto apprezzato e quindi ho deciso di mostrarvi qualche foto e spiegarne meglio gli intenti. Sto parlando di Quasi storie, tenutasi a Cotignola (un piccolo comune in provincia di Ravenna) dal 2 al 22 giugno.





Mostra che raccoglieva più di trenta autori, tra disegno, fumetto e illustrazione, e arti varie, praticati con tecniche particolari e spesso molto diverse tra loro. Nomi conosciuti nel panorama editoriale, che hanno saputo affrontare questi linguaggi in modo personale e diverso. Per citarvene alcuni: Agnese Baruzzi, Nicoletta Ceccoli, Mara Cerri, Marina Girardi, Magda Guidi, Octavia Monaco, Virginia Mori, Davide Reviati, Gek Tessaro...e molti altri.

Una mostra in cui la magia e la potenza del disegno, insieme al candore e ambiguità dell'illustrazione per bambini, funzionano come inneschi e stimoli per inseguire e inventare racconti, per generare narrazioni sconosciute e imprevedibili che si potranno continuare e trasformare all'infinito.

Il presupposto era quello di costruire prima di tutto una mostra per bambini, che si articolasse anche in laboratori con gli autori, nella settimana dal 3 all' 8 giugno, soprannominata: "Saluti da Cotignyork".

Una settimana di occupazioni felici e rivoluzioni gentili...per le bambini e i bambini, e i grandi anche.

Giornate completamente dedicate ai più piccoli, agli adulti curiosi o che sanno ancora cosa sia l'infanzia e agli appassionati di storie, guidati da laboratori creativi, spettacoli, letture, attività di vario tipo che spingono all'apertura mentale, alla scoperta di cose nuove e di se stessi.

Che le storie sono ciò che ancora ci tiene insieme, e si possono raccontare di certo con le parole, ma a noi piace un sacco farlo anche con le immagini e allora Cotignyork è fatta non solo di voci, ma anche di corpi e soprattutto di disegni, tantissimi disegni. E le figure sono mondi e dentro a questa settimana i mondi sono molti, e ramificati e divertentissimi, e così lontani talvolta, ma tutti attraversati dal bisogno e desiderio di narrazioni e di modi di vedere gli altri.
Perché cambiare il punto di vista equivale ad innescare un racconto, il suo inizio possibile almeno. E così, queste quasi storie, possiamo completarle e dargli spazio, e rilanciarle fino a spostare un po' più in là l'orizzonte.

Tornando alla mostra vera e propria, questa si sviluppava creando un percorso di rimandi e collegamenti, tanto da formare delle sezioni interne all'esposizione. Obbiettivo principale era però il voler mettere in discussione le consuetudini, come ad esempio quella che vede il disegno come semplice accompagnamento visivo delle parole. Per creare questo "ribaltamento" sono state chiamate a intervenire scrittrici, poetesse, attrici, maestre, bibliotecarie, che hanno scritto brevi storie, inizi di racconti, che lo spettatore poteva leggere, e magari completare personalmente. Questa volta partendo dalle immagini; parole, pensieri, avvenimenti, suscitati dai disegni.






 (un esempio perfetto sono queste illustrazioni di Davide Reviati, accompagnate da brevi frasi che creano personaggi, micro storie, parlano del vissuto. Alcune anche molto buffe.)

Una mostra per riscoprire il disegno come narrazione e il racconto come mezzo per tenerci insieme, uniti, creando comunità.

Come dice il volantino, Quasi storie è anche una mostra "anarchica", perché ricca di strappi, scarti narrativi, fuori tema, che permettono di aprire l'orizzonte immaginativo, e sapere accettare, comprendere e così apprezzare tecniche che sembrano, ad un primo sguardo, distanti e strane, come il collage, la scultura, il cucito, le tecniche digitali. In realtà, guardandole bene, tutte sono collegate a modo loro, creando un filo rosso che ti accompagna per tutta la visita.


 (Agnese Baruzzi con illustrazioni fatte in silhouette, e che ricordano tanto le animazioni del passato.)



(Un tipo di illustrazione molto originale, nata dal cucito, dall'utilizzo di materiali insoliti, come perline, spugne...)
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(Il riutilizzo, dando un significato del tutto nuovo e originale, di semplici francobolli.)
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(I "teatrini" di Marilena Benini, animati e abitati da materiali diversi e attentamente scelti a seconda del soggetto che compongono.)


(Collage di Rita Ravaioli, con l'impiego di forme e colori semplici, e carte molto diverse tra loro.)



(Animaletti che pendono dal soffitto e che si muovono al nostro minimo spostamento. Anche questi creati con materiali diversi tra loro.)


(Bubilda, con questa particolare installazione e con l'utilizzo sempre del cucito.)
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(Alice Iaquinta, con collage molto curati, minimali e grafici.)


(Luca Lavatori, con una grande sequenza di disegni in movimento, dal gusto tribale, primitivo.)





(I collage molto personali di Roberta Galassini, utilizzando foto di famiglia, applicate su mappe di vari luoghi.)


(Silvia Chiarini, con un tipo di illustrazione molto grafica e minimale, utilizzando pattern particolari.)


(Michela Mazzoli, che sfrutta come supporto di lavoro una foglia secca.)

Tutte opere molto evocative, che proprio per la varietà, di linguaggio o materiale, riescono a suscitare in ognuno di noi qualcosa di diverso. 

Vorrei chiudere il post con un'altra carrellata di immagini, troppo belle per non essere viste, e con una frase presente sul programma della mostra e che mi è piaciuta molto, e racchiude il significato di molti di questi lavori.
"Perché, come nel disegno dei bambini, ad un certo punto succede qualcosa d'imprevisto, che ci spiazza e porta via."


(Monica Zani, che utilizza una tecnica mista con acrilici e collage e come supporto pagine di libri,ma anche acquerelli per i suoi "ritratti".)


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(Giovanni Rizzo, che crea accostamenti di colore che a me personalmente piacciono molto. Delicati e originali.)




(Uno stile che amo molto, quello di Andrea Rivola, con questi personaggi stondati e caricaturali, è immediatamente riconoscibile per l'originalità della caratterizzazione. E anche la tecnica utilizzata si accosta perfettamente.)


(Andrea Ghetti, anche lui con una caratterizzazione unica e particolare.)




(Marina Girardi, con le sue illustrazioni libere, poetiche, che a me ricordano l'atmosfera del sogno.)


(Davide Reviati)






(L'incantevole stile e accostamento di colore di Magda Guidi.)





(Uno stile davvero unico e riconoscibile e una grande abilità nella composizione traspare dai lavori di Michelangelo Setola.)



(Michele Ferri, con un formato di lavoro che io adoro e immagini ben costruite, con una grande cura per gli accostamenti di colore.)








(Altra illustratrice che amo molto, Mara Cerri, per la cura che mette nei suoi lavori, la costruzione delle immagini, l'uso dello spazio e la distribuzione degli elementi in esso e l'uso dei colori.)



(Nicoletta Ceccoli)


(Virginia Mori, con queste atmosfere gotiche, grottesche, che mi richiamano sempre alla mente Edward Gorey e la Famiglia Adams.)


(Octavia Monaco, con lavori materici, ricchi di simboli)





(Un autore che non conoscevo bene, più per nome ecco, che ho saputo scoprire meglio e apprezzare tantissimo, Cesare Reggiani.)


(Il bravissimo e sempre inedito Gek Tessaro.)


(Mauro Monaldini, un autore che non conoscevo e che è stato una piacevolissima sorpresa. Grande attenzione per i particolari e lo studio di personaggi. Illustrazioni dalla composizione originale, con soggetti e situazioni che sanno coinvolgere e  incuriosire. Da guardare attentamente per scoprire nuovi dettagli.)

In generale consiglio a tutti di visitare mostre di illustratori e fumettisti, perché anche se già amiamo e stimiamo questi autori sulla carta, non sapete cosa potete scoprire a vederne gli originali. Notare come quello che banalmente si può considerare un errore diventi particolarità dell'opera; poter vedere studi, "fuori programma", che non troveremo mai pubblicati. Ma anche apprezzare la grande capacità tecnica, la precisione di alcuni artisti e poter cogliere la differenza tra l'originale e del risultato finale, stampato.