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venerdì 22 agosto 2014

Piccole cose belle: postcrossing, corrispondenza, catene di lettura

Questa volta non parlerò di libri. O meglio, lo farò in modo diverso, per presentarvi alcune iniziative alle quali ho preso parte e che mi stanno coinvolgendo e donando un sacco di emozioni. Anche questa volta, grazie all’ ”oggetto” libro, e non solo, ho scoperto un mondo nuovo, che va a toccare altri lettori come me, in qualche modo facendoci conoscere meglio e accorciando le distanze. Piccole cose che, anche se non si credeva, possono migliorare una giornata pessima, proprio come fa una buona storia. E attraverso Piccole cose belle vorrei parlarvi, ogni tanto, proprio di oggetti, iniziative, gesti, lievi e silenziosi, che quasi passano inosservati, che all'occhio della massa possono apparire banali, assurdi, privi di valore, ma che sempre più, in questi ultimi mesi, sono andati a toccare la mia sensibilità, facendomi prestare attenzione a ciò che mi circonda.

In una società in cui si va sempre di fretta, in cui si limitano i contatti con gli altri perché immersi in cellulari, tablet, portatili, non si riesce più a dare la giusta importanza alle piccolezze (che poi scopriremo che tanto piccole non sono, se ci facciamo caso), forse proprio perché non si possiede più la giusta sensibilità, non si è pronti a recepire nuovi stimoli, che possono migliorarci e rendere più felici, con davvero poco. 
Sono la prima ad ammettere che, fino a pochi anni fa, quando ero più piccola, adolescente, "non avevo tempo" da prestare a queste cose, dovevo vivere la giornata a pieno, stando il più possibile fuori o con gli amici. Certi particolari però mi hanno sempre affascinata, quindi è stato come metterli da parte, per quando sarei stata davvero pronta per apprezzarli. Quello che voglio dire è che è normale che in certi momenti della vita si sia stressati, scontenti, disinteressati, ma se si riuscisse ad andare oltre, sforzandosi di trovare una passione, anche piccola, che ci risollevi da questa apatia, ne gioveremmo tutti. 

Da qualche mese, mi sono laureata. E’ stata una faticaccia, che mi aveva sfinita fisicamente, mentalmente e anche un po’ artisticamente. Sentivo di dovermi riposare, ma non ce la facevo. Continuavo a pensare come sfruttare al meglio il tempo che sarebbe intercorso all'inizio del biennio specialistico. Pensavo a stage, tirocini, esperienze lavorative, mandavo mail, telefonavo, immersa in questa foga che mi aveva presa improvvisamente. Quindi, riposata zero, ritemprata zero, e col risultato poi di non riuscire ad avviare nessun progetto di quelli che mi ero prefissata, per i soliti motivi per i quali non si riesce a fare esperienze lavorative nel proprio campo, ma questo è un altro discorso. Ero disperata. Avevo fatto una corsa per laurearmi (in modo soddisfacente comunque, però di fretta) per poi sfruttare al meglio un po’ di tempo libero e mi ritrovavo invece vuota, triste, demotivata. Avrei preso su e sarei scappata volentieri da qualche parte, in mezzo alla natura, per sfogarmi e non pensare a nulla, per staccare da tutto e tutti. Non avevo mai avuto un momento così buio riguardo a cosa fare. Ero amareggiata, e mi chiedevo se fossi veramente portata per l’illustrazione, per il mondo dell’editoria. Se stessi perdendo tempo, se mi fossi illusa di avere una passione.

Invece di fuggire, cambiare aria, come avrei voluto, ho invece cercato di calmarmi, rilassarmi, decidendo di dedicare un po’ di tempo ad informarmi su novità online, nuove uscite, disegnatori, social, iniziative particolari, cosa che non facevo da mesi perché non potevo permettermi di “perdere” una giornata al pc. Poco a poco mi sono sentita più calma, tranquilla. Mi stavo ritemprando. Nuovi stimoli, nuove idee, nuove letture mi stavano coinvolgendo. Però ancora non avevo voglia di disegnare, non avevo idee entusiasmanti, e questo mi preoccupava. Poi ho capito, dovevo fare altro! Se la mano non scorreva sul foglio, se la testa non mi suggeriva nessuna idea, dovevo spendere il mio tempo in altro modo, così ho deciso di dedicarmi ad alcune cose che volevo fare da tempo e che avevo continuamente rimandato.

Prima fra tutte, il Postcrossing.

Il mio porta-cartoline.
Una cara amica me ne parlava da tempo. Da anni intratteneva corrispondenza e scambi con persone di altri paesi, e questa cosa mi aveva sempre affascinata e divertita. Il Postcrossing consiste nell’iscriversi nel sito ufficiale, con propri dati e proprio indirizzo, poi il sito estrarrà random uno o più indirizzi a cui tu dovrai spedire una cartolina, magari seguendo gli interessi e le preferenze indicate dall’utente nel suo profilo. Anche il proprio indirizzo uscirà random a qualcun altro, e nel giro di qualche cartolina spedita, si inizia a riceverne altrettante, da tutto il mondo. La trovo un’iniziativa stupenda, per la cura che si dedica a un semplice oggettino, che volendo è anche fragile e soggetto da intemperie, perché attraverso la posta deve percorrere chilometri e chilometri. Dovreste vedere la cura che la maggior parte degli utenti dedica alle cartoline. La scelta della cartolina giusta, la scrittura, curata e attenta, le decorazioni, come adesivini, washi tape, disegni. Questi utenti donano una parte del loro tempo, e volendo di sé e della propria storia, a persone sconosciute, lontane chilometri. Fin dalla prima cartolina mi sono innamorata di questa attività, e mai come adesso sono andata a caccia di cartoline che esprimano qualcosa, che parlino di me e di dove vivo. Un modo per riscoprire un mezzo che in Italia sta cadendo molto in disuso, ma che rimane sempre affascinante. Allo stesso tempo recupero della scrittura a mano, della grafia, e del racconto, accorciando distanze immense e differenze culturali.

Postcrossing ufficiale
Francobolli dei Moomin, un sogno.
Disegnino fatto da una ragazza di Taiwan.
Ero talmente entusiasta della cosa che ho poi deciso di chiedere ad alcune ragazze italiane, “conosciute” tramite Instagram che facevano anche loro postcrossing, di creare un piccolo club tra di noi, spedendocene una al mese, in modo da conoscersi poco alla volta e scoprendo sempre più interessi comuni, tra i quali soprattutto i libri, la fotografia, film e la passione per i “vecchi mezzi di comunicazione”.

Postcrossing con le ragazze italiane.


Poi ho pensato, perché allora non recuperare anche la corrispondenza? Mi butto, e provo a proporla a due ragazze che avevo conosciuto attraverso Anobii, che però non riuscivo a sentire con continuità. Il nostro contatto era attraverso le mail, ma a poco a poco mi accorsi che non riuscivo a dare il meglio di me, non riuscivo a raccontare, ad aprirmi, a scrivere con costanza e cura. L'e-mail, con la sua freddezza, stava uccidendo la mia voglia di comunicare con gli altri e di conoscere persone con le mie stesse passioni. Appena proposto, le ragazze hanno accettato entusiaste, perché anche loro in realtà amanti della carta e dello scrivere a mano, e consce che se non avessimo deciso di dare una svolta alla comunicazione, piano piano non ci saremmo più scritte.

Prima letterina, all'altra ragazza devo ancora scrivere, perdonami!
Arriviamo poi all'iniziativa più a "tema libresco". E qui devo tutto a una ragazza bolognese che ho conosciuto tramite il suo canale Youtube e che come me ama leggere e condividere la sua passione. Tramite IG, FB, YT, il suo blog, ha deciso di mettere a disposizione alcuni dei libri che ama di più, proprio dalla sua libreria, per creare catene di lettura. Gesto coraggioso per un lettore, che solitamente è super affezionato ai suoi tesori, fatica anche a prestarli agli amici, per paura che non tornino mai indietro. Lei invece, ispirata da un’altra blogger che aveva già vissuto l’esperienza e ne aveva ricavato i suoi frutti, ha vinto questa “paura” e ha inviato, a chi lo chiedesse, i suoi amati libri. Uniche condizioni: informarla sempre sugli spostamenti dei libri e vivere a pieno la lettura di questi. Cosa vuol dire? Sottolineare, riempire di post-it, disegni, pensieri, scritte i libri in questione, facendoli diventare “prove”, “reperti” di questa esperienza condivisa. Aprendosi agli altri, dicendo la propria senza paura, un po’ come fosse un gruppo di lettura.

Primo libro con cui ho partecipato alla catena di lettura, un titolo che altrimenti non avrei mai letto.
Secondo libro. Lettura che attendevo da tanto, amo la Kristof.
Terzo libro. Nulla da dire, magnifico.
Quarto libro. In lettura, per ora interessantissimo.
Quinto. Giappone. Poesia. Delicatezza. Tranquillità. 
Sesto. Lo desidero leggere da molto. Amo leggere riguardo il Giappone,
paese che mi affascina da ogni punto di vista e che spero di visitare presto. 
Dentro a questi libri ho trovati grandi tesori. Ho letto i testi con curiosità, concentrazione, soffermandomi e riflettendo come non sempre succede. Molti erano titoli che volevo leggere da sempre, ma che per vari motivi non avevo ancora affrontato. Che piacere trovare la frase che ami, che ti ha colpito, sottolineata da lettori precedenti. Che emozione leggere i pensieri, le sensazioni degli altri, la data e l’orario di quando hanno iniziato quest’avventura, oppure trovare piccoli regalini per tutti, come segnalibri, calamite, per lasciare un segno del proprio passaggio, un ricordo di questo viaggio. Vi rivelo che ora lo vorrei fare anch'io con alcuni “miei preziosi libri”, perché diventano davvero mezzi di memoria ed esperienze comuni, ricche, preziose, impagabili.

 

 

Disegni, segnalibri, dai più classici, a vere e proprie creazioni, sottolineature che combaciano.



Tante riflessioni, date, orari, e disegni che vengono dal cuore.
 Non ho saputo resistere.



Messaggi per gli altri lettori, regali handmade fatti col cuore 
e messaggi privati per l'organizzatrice della catena^_^



Altri messaggi segreti, osservazioni e regalini speciali, addirittura calamite, per ognuno di noi.

Non è vero quindi che non c’è più sensibilità, è che bisogna stimolarla, essere pronti ad accoglierla. Per questo ve ne parlo, perché se leggendo queste esperienze che sto vivendo sentite anche voi qualcosa dentro, la curiosità di provarle, buttatevi, iniziate a partecipare, perché anche se piccole, ripagano in maniera incredibile. Non sapete la bellezza di aprire la buchetta e trovarvi qualcosa, un pezzo di qualcuno, di vissuto. A volte mi sono addirittura commossa per le piccole rivelazioni che vi ho trovato, e quindi per la fiducia che l’altro ha riposto in me.

Ora sono più tranquilla, ho ritrovato la pace in me stessa, un po’ anche grazie a queste nuove passioni, che animano le mie giornate, e mi spingono a condividere quello che provo, per ampliare questa comunità “sotterranea” di persone, che pulsa di energia e di voglia di fare, di conoscersi.


[…] possiamo comprendere l’essenziale solo partendo dai particolari […]
Le braci, Sandor Marai


I miei piccoli e preziosi tesori.